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lunedì 8 maggio 2023 | ore 18:00Sala delle Mura | Castello Sforzesco, Novara

L’incredibile storia della neve e della sua scomparsa

Dalle Mesopotamia al frigo, dai cocktail all’emergenza climatica
presentazione del libro Aboca di e con Alberto Grandi
con Francesca Boccafoschi
nell’ambito di Ritornare alla natura. Boschi e foreste per vivere (qui tutti gli appuntamenti)

Dall’antichità a oggi, il saggio ripercorre le tappe di un’incredibile storia, in gran parte sconosciuta, che ha rappresentato, almeno fino alla metà del XX secolo, una realtà di rilevanza internazionale e che fa emergere non solo elementi economici di grande interesse ma anche la dimensione culturale dell’uso del freddo.

✏️ la quarta di copertina
La storia della conservazione della neve è un’epopea mondiale che tocca tutte le aree geografiche e tutte le grandi civiltà: dagli assiri agli egizi, dalla Roma di Nerone alla Cina Imperiale, dalle raffinate corti dell’Italia rinascimentale alla Versailles del Re Sole. Fin dall’antichità il freddo è stato uno dei mezzi più semplici per conservare gli alimenti deperibili. Il ghiaccio e la neve venivano utilizzati anche per preparare specialità gastronomiche particolarmente ricercate o, più semplicemente, per rinfrescare pietanze e bevande. Non solo: il freddo fu per lungo tempo l’unico presidio medico davvero efficace nel controllo della temperatura corporea.
Da qui scaturiva la necessità di un’attività di produzione, raccolta e commercio immane e costellata di sfide logistiche che presentavano problemi tecnici non indifferenti e che vennero del tutto superati solo nella seconda metà del XIX secolo, con l’invenzione della macchina per produrre artificialmente il ghiaccio.
Attraverso un arco temporale che va dall’antichità ai giorni nostri, l’originalissimo saggio di Alberto Grandi ripercorre le tappe di questa incredibile storia, in gran parte sconosciuta, che ha avuto momenti davvero epici e ha rappresentato, almeno fino alla metà del XX secolo, una realtà economica di rilevanza internazionale.
Una storia che fa emergere non solo elementi economici di grande interesse e attualità ma anche qualcosa di più sorprendente, vale a dire la dimensione culturale dell’uso del freddo. Oggi come nel passato, infatti, il livello dei consumi di ghiaccio non è mai stato solo legato alla sua disponibilità a basso costo, ma sembra essere strettamente connesso a particolari propensioni e ai gusti dei consumatori, a qualcosa, in altre parole, che potremmo definire come una simbologia sociale del freddo.


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