giovedì 8 aprile 2021 | ore 18:00online

Il re ombra

Etiopia, due donne contro il Fascismo

presentazione del libro di e con Maaza Mengiste
edito da Einaudi
con Antonio Monda
nell’ambito di Desiderare il mondo. Linguaggi, corpi, icone

incontro online disponibile qui, su circololettori.it, Facebook, Youtube

Quando, il primo marzo 1936, l’imperatore Hailé Selassié viene sconfitto e costretto all’esilio, sugli altopiani e nei villaggi dell’intero paese le donne e gli uomini etiopi organizzano una resistenza vittoriosa. A dar loro coraggio è il “re-ombra”: quando l’imperatore fugge, per intimidire i fascisti, l’esercito decide di addestrare un sosia e trasformarlo in fantoccio contro i nemici; Hirut e Aster (serva e padrona) ne saranno le guardie. In questo romanzo si racconta una parte di storia che poco viene narrata, quella in cui le donne svolgono un ruolo attivo. Le vicende sono quelle di Hirut e Aster, appunto, che, nonostante l’iniziale riluttanza e il continuo scetticismo da parte degli uomini, guidano una rivolta contro l’esercito di fascisti, capitanato dal terribile Carlo Fucelli. Le vicende si intrecciano con quelle del soldato Ettore Navarra, il fotografo dell’esercito, un ebreo, a cui viene dato l’ordine sadico e pornografico di immortalare esecuzioni e nudi femminili.

il libro

1974, Addis Abeba: «È venuta a piedi e in corriera, attraversando luoghi che per quasi quarant’anni aveva scelto di dimenticare. È in anticipo di due giorni ma lo aspetterà…» Inizia cosí, con la paziente attesa di Hirut nella stazione ferroviaria della capitale etiope sull’orlo di una nuova rivolta, il lungo flashback con cui Maaza Mengiste ci conduce ai giorni dell’occupazione voluta da Mussolini nel 1935 e portata avanti con inaudita violenza malgrado i richiami della Società delle nazioni. Quando, il primo marzo 1936, l’imperatore Hailé Selassié, al comando del suo esercito, viene sconfitto a Mai Ceu e costretto all’esilio, sugli altopiani e nei villaggi dell’intero paese le donne e gli uomini etiopi organizzano una resistenza vittoriosa, combattendo battaglie il cui clamore rimanda agli epici scontri dell’Iliade. Tutto avviene secondo le regole talora cruente di una società feudale che vanta però un’antica indipendenza e una solida tradizione militare. Il re è salito su un treno che lo sta portando fuori dal suo paese, ma sui crinali dei colli appare il profilo conosciuto e amato del sovrano. È un inganno? Un miraggio? Forse è il potere dell’ombra, che restituisce ai sudditi fiducia e coraggio. L’autrice allestisce un doppio palcoscenico: sulle alture, agli ordini del nobile Kidane, si organizzano gli irriducibili combattenti etiopi, mentre sul terrazzamento a strapiombo sulla valle il colonnello Fucelli fa costruire la base italiana dove si fronteggiano opposte concezioni dell’onore e del coraggio, e si sperimenta con inquietante coerenza come una forma d’arte possa diventare un’arma. Nelle fotografie scattate da Ettore Navarra, il soldato ebreo cui viene dato l’ordine sadico e pornografico di immortalare esecuzioni e nudi femminili, leggiamo insieme talento e crudeltà, obbedienza e indifferenza a se stesso. Incrinate, l’una e l’altra, dal coraggio intelligente di Hirut, che si sottrae al ruolo di vittima del suo obiettivo per assumere quello di testimone e poi custode di un archivio d’immagini che raccontano la Storia.

 

 

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