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Dante nel 700 e nell’800, fra Visionari e Romantici

quarto appuntamento di Dante e le arti: da Giotto al Novecento
nell’ambito di 700DanteeNovara a cura di Comune di Novara

con Simone Ferrari

Il dramma dantesco eccita la fantasia dei visionari e alimenta l’orgoglio patrio durante l’800. La pittura immaginifica di Füssli e Blake gareggia per potenza e forza inventiva con i giganti del passato, da Omero a Dante. Lo strazio del conte Ugolino imperversa senza requie nelle arti visive. Alle scene più drammatiche, nell’800, si affiancano le rievocazioni languide e sentimentali di Ingres e dell’Internazionale Classicista.


Dante e le arti: da Giotto al Novecento

In occasione del settimo centenario dalla morte di Dante, ripercorriamo la fortuna visiva del poeta e delle sue invenzioni iconografiche nel corso di sette secoli. Dalla Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, scaturigine del realismo moderno, si passa ai grandi cantori del Rinascimento, Botticelli, Raffaello e Michelangelo.
Il sommo poeta trova infatti posto fra i grandi personaggi illustrati da Raffaello nelle Stanze Vaticane di Papa Giulio II a Roma e sulla parete del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina.
Il suo mito esplode in particolare dalla seconda metà del Settecento grazie alla funambolica fantasia dei grandi artisti inglesi William Blake, Johann Fussli e John Flaxman e durante il Romanticismo, con la potente figurazione del francese Delacroix e con i languori preraffaelliti e di Auguste Rodin.
Anche il Novecento sviluppa con ampiezza la figura di Dante, come mostrano i capolavori di Previati, Boccioni, fino a Salvador Dalì e alle stravaganti letture in chiave contemporanea di Robert Rauscember.

 

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