martedì 6 luglio 2021 | ore 18:00il Circolo dei lettori

Maicolgècson

Storia della bambina che voleva essere Michael Jackson

presentazione del libro di e con Paola Soriga
edito da Mondadori
con Stefano Carsen

I posti in sala sono limitati, la prenotazione è obbligatoria
(scrivi, specificando nomi e recapiti telefonici dei partecipanti, a info.novara@circololettori.it).
È obbligatorio:

> all’ingresso compilare e firmare un’autodichiarazione
(la trovi in Accoglienza oppure puoi scaricarla 
qui e portarla già compilata);
> indossare la mascherina anche in sala
(dispositivo medico: chirurgica o FFP2; no mascherina di stoffa).

Quando Remigia viene al mondo, in una sera d’inverno del 1980, tutti, nella sua grande famiglia, si chiedono da dove sia uscita quella bimba dalla pelle scura scura e i capelli ricci come lana d’acciaio. “Sembra Michael Jackson!” scherza lo zio Stefano quando la vede. E il nomignolo è destinato ad attecchire. Remigia, detta Maicolgècson, cresce in un paese del Campidano non lontano da Cagliari, figlia unica ma circondata da cugini e cugine. L’amore per la musica arriva prestissimo: grazie agli zii e ai cugini più grandi a cinque anni scopre i Queen, Bob Marley e David Bowie, poi Sanremo e Superclassifica Show fanno entrare nel tinello dei genitori e nei suoi sogni di bambina Eros Ramazzotti, Laura Pausini e tutto l’olimpo della canzone pop italiana. Mentre a scuola i compagni la prendono in giro chiamandola “marocchina” e “vucumprà”, a lezione di canto non la batte nessuno; così alla sua insegnante viene l’idea di mandarla in tv, al programma per piccoli cantanti di Sandra Milo. Il viaggio in nave, Roma, gli studi Rai di via Teulada, le luci, gli applausi… anche se quella prima esperienza non andrà proprio come se l’era immaginata, tanto che verrà archiviata come il suo “Grande Insuccesso”, Remigia ha capito cosa vuole fare da grande: cantare e ballare, come Madonna, come Michael Jackson. E, una piccola battaglia dopo l’altra, tra un successo e una delusione, un primo bacio e un’audizione, tenterà di difendere il suo sogno dalla malignità dei coetanei e dalle idee degli adulti su cosa a una bambina sia consentito desiderare e cosa no.
In una prima persona buffa e commovente intrisa di modi di dire sardi, che cresce e si affina di pari passo con la protagonista e il suo sguardo sul mondo, Paola Soriga ci regala il tenerissimo racconto di un’infanzia isolana e un tuffo nella cultura pop italiana degli anni Ottanta e Novanta. E lo fa con una lievità, una delicatezza e un’allegria linguistica rare.