mercoledì 21 luglio 2021 | ore 21:00Cortile del Castello Sforzesco

In fondo basta una parola

Cinquanta parole per altrettante piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza

presentazione del libro di e con Saverio Tommasi
edito da Feltrinelli
nell’ambito di Estate novarese 2021

Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito con posto numerato.
La prenotazione è obbligatoria, presso la biglietteria del Teatro Coccia, via Fratelli Rosselli 47 (0321 233201).
I possessori della Carta Plus del Circolo dei lettori possono prenotare i posti a loro riservati nelle prime file chiedendo all’accoglienza del Circolo (via F.lli Rosselli) oppure scrivendo a info.novara@circololettori.it
È obbligatorio:
 all’ingresso compilare e firmare un’autodichiarazione
(la trovi in Accoglienza oppure puoi scaricarla 
qui e portarla già compilata); indossare la mascherina anche in sala
(dispositivo medico: chirurgica o FFP2; no mascherina di stoffa).

Cinquanta parole per interrogarsi: dalle più disarmanti, come grazie o vergogna, alle più coraggiose, come trasgressione, scabroso, fino ad arrivare alle fondamentali – lavoro, cuore, paura, vita e morte. Cinquanta parole che portano con sé cinquanta piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza, perché la rivoluzione gentile può partire soltanto da parole dannose al conflitto. Perché una parola può ferire, ma può anche salvare.
Usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza. Per Saverio Tommasi “portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande significa avere l’ardire di cercare una soluzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto a impiegarle. Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto”.
E farlo, aggiunge, non solo è divertente, ma è l’occasione per scoprire e per scoprirci. “Procuratevi una lampara,” ci invita l’autore, “per cercare le vostre parole preferite in mezzo alle altre. Procuratevi uno scalpello e un bedano per i tagli più profondi. Un vocabolario per calmare la vostra fame. Non siate timidi e tiratele fuori, le parole, non siate tirchi e datele come conforto, condividetele come dialogo.”
Delle parole e delle storie è sempre stato innamorato, Saverio Tommasi, e ha iniziato presto a usarle per capirsi e per capire. Fino a farle diventare lo strumento della sua professione: oggi è uno dei giornalisti più seguiti in Italia.