Uomo e natura, tra domande e risposte
L’antropocentrismo è il pensiero che posiziona l’uomo al centro dell’universo attribuendo a tutto il resto, in primis la natura in tutte le sue forme, un valore esclusivamente strumentale. In un’epoca quanto mai antropocentrica, nella quale rimuoviamo la natura dal nostro sguardo e dimentichiamo di dipendere completamente da essa, la natura invece costantemente e inesorabilmente ci ricorda che non ha alcun bisogno di noi. Questa relazione e le sue implicazioni sono da sempre oggetto di studio della scienza, che prova con i suoi risultati a indicare una via, buone pratiche per riavvicinare l’uomo alla natura e farlo sentire parte di essa.
Quattro domeniche per soffermarci sulla relazione tra natura e uomo, ciò che la scienza osserva e deduce e su come è possibile percorrere strade nuove.
in collaborazione con Dipartimento di Scienze della salute di UPO, Europrogetti, Consorzio Ibis e MEPA Srl
>> domenica 10 novembre h 11
La natura lo fa meglio (e prima)
con Giorgio Volpi e Francesca Boccafoschi
Studiare la natura è come studiare l’avanguardia della scienza umana e, contemporaneamente, leggere il grande libro del passato del nostro pianeta, in cui infinite generazioni di esseri viventi hanno risolto brillantemente problemi di chimica, fisica e biologia.
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>> domenica 17 novembre h 11
Uomo e natura nell’Antropocene
con Paolo Vineis e Annalisa Chiocchetti
Cambiamenti climatici, surriscaldamento, riduzione delle risorse idriche, aumento delle malattie trasmesse, allevamenti intensivi, contaminanti ambientali, disuguaglianze sociali e “cibo spazzatura”: porvi rimedio è essenziale orientarsi verso la ricerca di nessi causali legati in generale al rapporto tra ambiente e salute.
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>> domenica 24 novembre h 11
Intestino e cervello, andata e ritorno
con Maria Rescigno e Barbara Azzimonti
Come la ricerca sul microbiota intestinale sta rivoluzionando la prevenzione e la cura delle malattie, da quelle neurologiche a quelle degenerative, dai disturbi dell’umore a quelli alimentari.
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>> domenica 1 dicembre h 11
Physis e techne tra umano e non umano
con Gennaro Carillo
L’uomo, per l’antropologia antica, non dispone di una dotazione naturale per stare al mondo. Deve dunque sopperire al proprio deficit ontologico ricorrendo a espedienti tecnici. Questo ha tuttavia ingenerato un equivoco: che l’uomo sia l’unico dei viventi a trasformare la natura. In realtà, la tecnica non è appannaggio esclusivo dell’animale umano. Anche tra i non umani gli ingegneri ecosistemici, capaci di modificare l’ambiente circostante per risolvere problemi pratici, sono numerosissimi. Se si propendesse per una definizione minimalista di intelligenza come attitudine alla risoluzione dei problemi, non si potrebbe non riconoscerla anche ad altri animali e alle piante stesse. Di qui, la necessità di inquadrare in una prospettiva storica e di rivedere il rapporto uomo-natura mettendo da parte il pregiudizio antropocentrico.
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Tutti gli appuntamenti si svolgono presso il Castello Sforzesco (piazza Martiri delle Libertà, Novara) e sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria