Physis e techne tra umano e non umano
Dialoghi con la scienza
con Gennaro Carillo
L’uomo, per l’antropologia antica, non dispone di una dotazione naturale per stare al mondo. Deve dunque sopperire al proprio deficit ontologico ricorrendo a espedienti tecnici. Questo ha tuttavia ingenerato un equivoco: che l’uomo sia l’unico dei viventi a trasformare la natura. In realtà, la tecnica non è appannaggio esclusivo dell’animale umano. Anche tra i non umani gli ingegneri ecosistemici, capaci di modificare l’ambiente circostante per risolvere problemi pratici, sono numerosissimi. Se si propendesse per una definizione minimalista di intelligenza come attitudine alla risoluzione dei problemi, non si potrebbe non riconoscerla anche ad altri animali e alle piante stesse. Di qui, la necessità di inquadrare in una prospettiva storica e di rivedere il rapporto uomo-natura mettendo da parte il pregiudizio antropocentrico.
in collaborazione con Dipartimento di Scienze della salute di UPO, Europrogetti, Consorzio Ibis e MEPA Srl
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