La metà migliore
Il doppio cromosoma X femminile è superiore, lo dice la scienza
presentazione del libro di e con Sharon Moalem
edito da UTET
nell’ambito di Desiderare il mondo. Linguaggi, corpi, icone
incontro online disponibile qui, su circololettori.it, Facebook, Youtube
Le donne combattono meglio degli uomini virus, infezioni e tumori; a parità di condizioni critiche hanno più possibilità di sopravvivere rispetto ai maschi; statisticamente sembrano superare di almeno quattro anni le aspettative di vita di un uomo e vedono persino il mondo in uno spettro di colori più ampio. Le donne sono meglio degli uomini, dunque?
Sharon Moalem, medico genetista di fama internazionale, argomenta questa tesi attraverso l’analisi di pubblicazioni specialistiche ed esperienze personali e ne individua il fondamento scientifico nel codice genetico, più precisamente nel doppio cromosoma X femminile. Sono alcuni dei geni presenti su questo cromosoma ad attivare i processi di guarigione e a garantire dunque alla donna maggiore resilienza.
il libro
Le donne combattono meglio degli uomini virus, infezioni e tumori; a parità di condizioni critiche hanno più possibilità di sopravvivere rispetto ai maschi; statisticamente sembrano superare di almeno quattro anni le aspettative di vita di un uomo e vedono persino il mondo in uno spettro di colori più ampio. Le donne sono meglio degli uomini, dunque?
Non si tratta di una semplice generalizzazione ideologica. Sharon Moalem, medico genetista di fama internazionale, argomenta questa tesi attraverso l’analisi di pubblicazioni specialistiche ed esperienze personali – nei reparti di neonatologia, tra bambini sieropositivi o attraverso l’attività di ricerca neurologica sugli anziani – e ne individua il fondamento scientifico nel nostro codice genetico: più precisamente, nel doppio cromosoma X femminile. Sono alcuni dei geni presenti su questo cromosoma, infatti, ad attivare i processi di guarigione e a garantire dunque alla donna maggiore resilienza: come afferma Moalem, infatti, «quasi tutto ciò che è difficile da fare, dal punto di vista biologico, è fatto meglio dalle donne».
In nome di uno stereotipo legato alla forza fisica, invece, per secoli la donna è stata confinata nell’angolo del focolare domestico, ne è stata esaltata la fragilità e la delicatezza, le è stata destinata una posizione ancillare. Un luogo comune a cui ha aderito anche la scienza medica. Tuttora le differenze genetiche sono ignorate in nome della visione maschiocentrica dominante, e le donne vengono inquadrate attraverso l’obiettivo degli uomini: per esempio, molti degli studi preliminari sulle malattie sono compiuti esclusivamente su campioni di sesso maschile, contribuendo alla costruzione di una dottrina parziale, incapace di tenere conto delle specificità del nostro patrimonio genetico.
Oggi sembra arrivato il momento di cambiare questa concezione monolitica della medicina e ribaltare le nostre credenze sul “sesso debole”: è tempo di riconoscere finalmente la metà migliore del genere umano.